Questa affermazione è di Steven Hayes, psicoterapeuta americano e fondatore dell’Acceptance and Committment Therapy.
È una frase che mi ha particolarmente colpita quando, all’inizio della mia formazione psicoterapeutica, mi sono trovata a mettere in discussione uno dei falsi miti tramandati dalla nostra società: “per essere felice dovresti essere capace di controllare ciò che pensi e che provi”.
Ho passato molto tempo e molte energie per tentare di annullare ogni forma, o anche solo rischio, di sofferenza e raggiungere una condizione di assoluta sicurezza, per cercare di prevenire ed eliminare la sofferenza attraverso diverse forme di controllo.
Mi dicevo: “sii ottimista”, “prima o poi passerà”, “pensa al lato positivo”… eppure le emozioni negative tornavano e mi inducevano a mettere in atto strategie di controllo sempre più complicate.
Ero così abituata a controllare l’ambiente attorno a me che pensavo di poter controllare anche il mio mondo interiore e non riuscendoci sono arrivata alla conclusione di essere imperfetta, inadeguata, “rotta”.
I miei amici e familiari mi dicevano: “rilassati!”, “sono cose che capitano”, “tirati su” come se i miei sentimenti potessero cambiare a mio piacimento ma quello che succedeva è come quando al mare tentiamo di spingere un pallone gonfiabile sotto l’acqua… lo spingiamo sotto, fatichiamo e quando le braccia si indolenziscono lo lasciamo e questo torna a galla con una forza ancora maggiore. Per controllare che il pallone stia sott’acqua usiamo tutte le nostre energie e rinunciamo a nuotare, a giocare,… a vivere.
Non vi è mai capitato?
Dalla mia esperienza clinica, da workshop esperienziali e dallo studio della letteratura scientifica ho appreso che questo è ciò che accade alla stragrande maggioranza di noi: tentiamo di controllare emozioni e sentimenti e nel frattempo ci dimentichiamo di vivere la nostra vita, passiamo il tempo a lottare e otteniamo un sollievo temporaneo al costo di dimenticare ciò che è importante per noi, i nostri valori.
Ecco che “mollando la presa” sui pensieri e le emozioni ed investendo le nostre energie per perseguire ciò che è davvero importante per noi, possiamo iniziare a vivere una vita ricca, piena e significativa. E questa è la felicità!
Bibliografia consigliata: La trappola della felicità, Russ Harris, ed. Erickson (2010)